Dopo il risultato delle elezioni di ieri, si può constatare che è la prima volta che nella Francia Repubblicana i due partiti tradizionali, i Repubblicani e i Socialisti, non sono riusciti ad ottenere un numero di voti sufficientemente elevato per accedere al ballottaggio, lasciando così il posto al centrista indipendente Emmanuel Macron, leader di En Marche, e alla leader del Front National Marine Le Pen.
Le carte si giocheranno il 7 maggio quando si svolgerà il ballottaggio tra i due leader.
Comunque vada il voto è stato un eccellente risultato per ambedue i candidati, i quali sono riusciti a spazzare via i partiti tradizionali oramai ingolfati nei giochi di potere.
Il candidato anti sistema per eccellenza, Marine Le Pen, sostenuta da oltreoceano, dovrà, però, faticare per vedersi aggiudicata la guida dell’Eliseo dato che, per ora, nessun già candidato alle presidenziali le ha dato l’endorsement, cosa che, invece, il leader centrista ha già ricevuto.
Il ballottaggio sarà un test anche sull’effetto Trump, quel Presidente degli Stati Uniti che ora governa e che quindi assume difficili decisioni, non più il candidato che batte la Clinton e che trasmette entusiasmo, positività e cambiamento.
La Francia riuscirà a tornare protagonista nel panorama internazionale solo con la rivoluzionaria vittoria del Front National, guidato dalla Le Pen.
Ma sarà sufficiente l’endorsement che arriva da oltreoceano per parlare direttamente al cuore di una nazione ferita dal terrorismo islamico, divisa dagli immigrati e resa conformista e “politically correct” dal movimento di Macron o prevarrano le forze conservatrici?